In caso di emergenza energetica potrebbe scattare l’ipotesi dello smart working.
Tra le varie misure da prendere in considerazione c’è anche quella di aumentare lo smart working per tutti i dipendenti pubblici. In questo modo si ridurrebbero i costi dell’energia negli edifici pubblici. Il decreto ministeriale del ministro Cingolani valuta ogni ipotesi per il risparmio energetico e ridurre i consumi in bolletta. L’obiettivo del governo è evitare i razionamenti sia per le famiglie che le imprese. Il ministero starebbe valutando un piano di interruzioni volontarie concordate, con la possibilità di compensazioni economiche per le imprese, a partire da quelle energivore (chimica, vetro, acciaio, ceramica).
In autunno potrebbe ritornare lo smart working questa volta per un’altra emergenza. In caso di emergenza massima potrebbero scattare due mesi di smart working per tutti i dipendenti. Ma questa ipotesi è ancora al vaglio del governo. Per quanto riguarda lo smart working però c’è la certezza fino al 31 dicembre per lavoratori fragili e genitori con figli con meno di 14 anni come previsto dal decreto Aiuti bis.
I benefici economici e ambientali del lavoro agile
Questa indiscrezione sullo smart working per l’emergenza energetica arriva alla vigilia del ritorno in presenza per tutti. Da domani 1 settembre è previsto il ritorno in ufficio a meno di accordi azientali o individuali. Il tasso di lavoratori in modalità remota in Italia è ancora molto basso rispetto ad altri paesi anche europei. Su 18 milioni di dipendenti potrebbero lavorare in modalità agile tra i 6,5 e gli 8 milioni di italiani mentre ora sono circa 4,5 milioni. Un salto in avanti comunque rispetto al pre-pandemia in cui solo 600mila lavoratori erano da remoto.
Al momento non c’è una legge sullo smart working aggiornata e sarà compito del prossimo governo trovare una forma di lavoro agile a livello strutturale. Anche se questo argomento seppur centrale dai tempi della pandemia ma fondamentale per contrastare la crisi energetica, è del tutto assente dalla campagna elettorale.
Uno studio del Politecnico di Milano ha mostrato che con il 50% di orario di lavoro in presenza in ufficio, solo per il viaggio casa-posto di lavoro, i lavoratori risparmierebbero circa duemila euro l’anno. Il vantaggio è anche per le imprese poiché l’ottimizzazione degli spazi avrebbe impatti importanti a livello economico-finanziari ma anche in termini di sostenibilità ambientale grazie alla riduzione di emissioni per circa 1,8 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, pari all’anidride carbonica che potrebbero assorbire 51 milioni di alberi.